venerdì 31 dicembre 2010

Nel 2011:

  • Mi iscriverò in palestra!
  • Non arriverò mai più a comprarmi una maglia perché non faccio il bucato da settimane!
  • Non mangerò più pacchi-famiglia di patatine!
  • Smetterò di ascoltare "musica smorta"!
  • Dormirò di notte e la mattina mi sveglierò felice!
  • Studierò sempre per tempo!
  • Non farò foto mosse!
... Ma tanto non ancora siamo nel 2011...

giovedì 30 dicembre 2010

Il freddo poi è solo caldo al contrario.

A me del Natale piacciono solo le luci, le scorpelle e il pandoro.





Passato il Natale e anche se non c'è stato il solito, classico, formale, falso pranzo tra i parenti ho comunque avvertito la terribile, tremenda sensazione che prende chiunque alle quattro del pomeriggio del Venticinque Dicembre. Che è peggio della domenica, peggio delle giornate di primavera in cui al sole fa caldo, all'ombra fa freddo e hai il naso chiuso. Molto peggio. Ma viene una volta l'anno, quindi va bene.
Poi, tutti questi film su questo giorno... Ma quanti cazzo ne fanno? E Fantaghirò? Vogliamo parlarne? Oddio. Non avverto molto la magia del Natale in questi giorni, credo che il motivo sia perché non sono più una bambina e perché non ho sorelle/fratelli più piccoli e perché nessuno della famiglia mi fa trovare i pacchetti sotto l'albero. Fatto sta che anche nel mio paese non mi sembra si senta molto.
Comunque, finito Natale, c'è un altro dilemma: CAPODANNO.
Capodanno andrebbe festeggiato con chi si ama, e chi amo non è fisicamente con me. Mi manca, perché con lui anche stare in una stanza vuota e spoglia diventa divertente quanto un parco giochi. Mi manca perché con lui io avrei voluto fare il primo brindisi del nuovo anno. E invece saremo lontani. E sì che festeggeremmo il Capodanno a Gennaio ma... uffa.
Non voglio rattristarmi, comunque.
E per non rattristarmi non devo nemmeno pensare alla mia massa che fa concorrenza a quella della luna.

mercoledì 22 dicembre 2010

Nero e bianco




Voleva diventare una brava fotografa, “non famosa, solo brava”. Spiegò che non aveva ancora chiarito il suo percorso, anzitutto per quello che lei chiamava virata cromatica, il passaggio dal bianco e nero al colore. Mi disse che la fotografia a colori si era evoluta tecnicamente in modo troppo rapido. “Il bianco e nero ha avuto anni per progredire. Ora è difficile resistere al colore. Tanti fotografi seri fanno solo bianco e nero, ma c’è qualcosa di affetttato in questo, come girare i film in bianco e nero. Forse il colore avrà sempre un difetto: che rischia di essere troppo reale. Le foto belle non sono reali, sono le immagini di ciò che pensi della realtà.” Aggiunse che la verità le si era manifestata una sera in un ristorante a New York. ” Sul muro c’erano delle foto in bianco e nero. Tutto il resto era a colori. Io ero a colori, così come l’uomo davanti a me, e le sedie, il pavimento. Le foto erano le sole eccezioni, l’unico rifugio. L’arte è un rifugio dalla realtà.
— [Acqua di mare, Charles Simmons]
Come al solito anche oggi faccio il mio quotidiano giro su Flickr. Impazza di lucine, di biscotti a forma di stella, di neve intrappolata nei cancelli di parchi pubblici, di palle d'albero nelle quali si riflettono luci ovattate e dal sapore decisamente invernale e natalizio. Nel mio paese, non si respira molto quest'aria. Addobbi ce ne sono pochi in definitiva. Da piccola mi sembravano immensi. Forse è che sono cresciuta, forse è che ho cambiato punto di vista, che tante cose mi sembravano enormi e invece poi hanno acquisito la grandezza vera, che non era poi un granchè.
Comunque, non volevo parlare di questo. Volevo parlare di quanto cazzo sia belle, belle belle in modo assurdo le fotografie su Flickr. Alcune secondo me sono solo da mandare alla vecchia zia, perché sono foto di famiglie attorno una torta che non dicono nulla, ma altre, cazzo altre, altre sono meravigliose. Sembrano quadri, sono opere d'arte. 
Le mie mi sembrano così normali, così inutili. Così poco artistiche. 
Sarà il Natale che mi deprime, ma ora è un po' così.

lunedì 20 dicembre 2010

http://www.youtube.com/watch?v=5_5wIvSh-LU&feature=related

Che io e il mio DibAmore balliamo il tango lo sappiamo, lo sapete tutti anche perché lo dico a chiunque.
Oggi avevo particolare nostalgia delle nostre lezioni, che a me piacciono perché ridiamo, ci muoviamo, ci pestiamo i piedi, siamo stretti e poi ci compriamo le brioches calde prima di andare a casa. Fatto sta che mi sono imbattuta in una poesia, bellissima, di Tiziana Monari, che riporto qui. La cosa mi ha ispirata e c'ho fatto un disegno (ma il disegno in sè, ovvero le due gambe, l'ho visto on-line. L'ho copiato e cambiato, poi. Oh, lo dicevano anche i grandi pittori che in arte non si ruba ma si copia!) che pubblico.

È un tango argentino
un violino tzigano nell'aria
una carezza di memorie lontane

è musica che entra nel sangue
gonfiando le labbra
odore di tabacco tra i denti.

È un uomo dagli occhi d'argento che porta un cappello
sfiorando lieve la mia vita di neve

è un rosso damasco
una danza selvaggia
è energia che riempe le gambe.

È uno scialle da zingara
una musica che cresce impetuosa
avvolge e conquista

è un tango argentino
un coltello di sangue e passione
è cuore e castigo
gelosia che consuma vendetta

ed è nero negli occhi
passione poi fuoco
parole d'amore che sfiorano appena

e io mi muovo sicura
le tue mani che mi cingono i fianchi
all'ombra dell'ultima rosa.



"I laghi sono come grandi specchi in cui ciò che vedi non è il riflesso pulito e nitido del tuo corpo, ma gli sporchi errori che hai ancora addosso” mi diceva lui. Lui era diverso. Lui era come me. Torno spesso qui, in questo posto gelido anche se ci sono 40° all’ombra di erbacce e fiori secchi. Mi piace questa nostalgia che lotta con la voglia di andare lontana, lontana dal mondo, lontana da te, mi ferisce questa nostalgia che lotta con il bisogno disperato di partire e andare via, via da tutto. 
Sei andato via, come mille volte ho fatto io. Io ritorno, ma tu no, tu sei tra quei mondi che sognavi di esplorare, con quella curiosità e quel:”Lo sapevo!”, quel maglione che aveva lo stesso colore dei tuoi occhi e dell’autunno, con quel sorriso che era triste come una foglia gialla che conosce il suo destino di cadere dal ramo e che aspetta quel soffio di vento con coraggio e terrore, con quella agenda che si riempiva di disegni di gente al bar, di frasi di libri  che ti hanno colpito solo perché il protagonista aveva il tuo stesso nome. Sono qui, io. Sono qui adesso. Davanti questo lago.E mi specchio, perché vedo errori ovunque. Errori fuori di me, su di me, dentro di me. 
No, mi dico. Questo lago non è uno specchio come dicevi tu. Questo lago sono le mie lacrime, adesso. Questo lago sono io.

(Un raccontino scritto e inventato da me dopo una notte di freddo e neve, dopo un altro ennesimo ritorno nella mia terra, la Puglia, per un esperimento molto carino ideato da Caludia Toloni chiamato "io scatto tu scrivi".)

domenica 5 dicembre 2010

Libro Usato

Ho sentito in tv che a Milano c'è la Fiera del Libro Usato.
Sì, io Libro Usato questa volta voglio scriverlo in maiuscolo, perché le cose importanti e le cose grandi si scrivono con la prima lettera maiuscola. Bella questa Fiera, se fossi a Milano andrei lì a curiosare tra le bancarelle.
Sono affascinata dai libri, sono da vedere prima che di leggere, sono da odorare, da ascoltare la colla della rilegatura mentre giri la pagina. E poi che belli i libri usati. Sono belli perché ci sono le orecchie alle pagine e non è come in biblioteca che devi starci attenta a non sgualcirli. Sono belli perché puoi vedere se ci sono parti sottolineate, e puoi chiederti cos'è che ha suscitato nel lettore quella frase lì, quel pensiero così, se l'ha memorizzata per spacciarla come propria per far colpo ad un appuntamento galante per poi finire alla Troisi  e Lello Arena, se gli ha smosso le viscere e ci ripensa mentre cammina per strada o mentre è bloccato nel traffico. Magari la scena scritta nel libro è sottolineata perchè è successa sul serio alla vita del lettore che prima di noi ha tenuto quel libro sul proprio comodino o nello zaino.
Sono belli perché immagini ciò che ha provato il lettore, che ha immaginato, perché pensi a come sarà stata una persona che ha letto, mangiato, tenuto il libro che adesso è tra le tue mani. Il massimo poi è quando c'è scritta una dedica, una parola, un disegno, o uno scontrino. E' fortuna trovare uno scontrino tra le pagine di un libro usato. Dov'è stato, che ha fatto, cos'ha comprato, perché.
A me piacciono le storie, piacciono i racconti e in un libro e in chi li legge c'è più vita che in una piazza affollata, secondo me.

Quindi sì, io c'andrei alla Fiera del Libro Usato. E ci resterei anche per molto, molto tempo.

1Kg di fragole, il succo e la buccia di un limone e 700gr di zucchero.