lunedì 2 aprile 2012

All'Esselunga mi stavo mettendo a piangere.

Le strade quando è primavera si accorciano, secondo me. E anche la strada da casa mia all'Esselunga mi sembrava brevissima.
La mia spesa è minima, oggi, ma sembra comunque quella di una bambina di 5 anni; fragole, biscotti, coca cola, salsiccia, panini, patatine, cioccolato al cocco, insalata, latte, cacao, un quaderno giallo.
A me non piace tanto la gente. A me non piacciono tanto le cose che non capisco. Sono intollerante, non dò la mano a nessuno, non mi fermo fuori dai negozi. Però me la guardo, tutta.
Mi metto in fila. La mia è sempre quella più lenta, sempre quella col cassiere che chiacchiera troppo con la signora che non riconosce le monete.
Avanti a me c'è un signore alto ma un po' storto, con un cappotto blu. 70 anni di sorrisi testimoniati da rughe, come a fargli ricordare tutte le volte che si guarda allo specchio di quanto sia stato felice. Se tutti pensassero che una ruga è un sorriso nessuno avrebbe paura della vecchiaia.
Aveva due banane, una mela rossissima e un ovetto di cioccolato piccolo piccolo. Il prezzo, ho pensato. Il prezzo sulla frutta.
Il prezzo va messo sopra. A me forse darebbe fastidio sapere di una piccola e pelosa ragazzina mi correggesse e s'interessasse della mia spesa, quindi mi sono trattenuta.
Arriva il suo turno, il cassiere gli dice del prezzo. Non lo sapeva, non vedeva i numeri. In un modo segretissimo e professionale il cassiere risolve e mentre batte compulsivamente tasti, il signore chiede quanto viene. Una banana 0.97 E, l'altra 0.80 E, la mela invece 0.73 E. L'ovetto 0.90 E. Il signore apre la mano e ci guarda dentro, come se avesse un piccolo tesoro, come un bambino che apre la mano e conta le biglie che ha strettoe quelle palline di vetro sono tutti i suoi piccoli mondi, piccoli eppure enormi, che cadono sempre e non si rompono mai. Io posso spendere meno di 2 E, aveva detto. Beh, prenda solo la banana più piccola e la mela, ovviamente senza busta. Io non posso non prendere l'ovetto, mio figlio è goloso, sa è Pasqua, bisogna sempre avere qualcosa da scartare, con la carta alluminio blu sottile sottile che non si stacca dal cioccolatino. Va bene, aveva detto il cassiere, allora prenda l'ovetto e la mela.
Io non lo so perché mi sono intenerita. Non lo so perché. Però ho pensato ci fosse qualcosa di struggente e ingiusto in quella scena. Qualcosa di dolce e di prezioso e di dignitoso.
Di quelle sensazioni che non spieghi, come quella di quando è primavera, che l'aria sembra abbia le bollicine, che sei emozionato e commosso.
Ecco.
E' stato bello e triste, è stato un piccolo film francese. Piccolo e fatto male, come certi amori, come cose importanti e sgangherate.