martedì 16 novembre 2010

Damn!

Mi guardo intorno e vedo gente e cammino e sono senza lettore mp3 e ho fatto colazione ed è come se non mangiassi da giorni, come se non avessi uno stomaco e andare in accademia o restare sotto le coperte è la stessa cosa e i biscotti danesi aromatizzati non sembrano così buoni come pensavo che fossero e metto la pentola colma d'acqua sul fuoco e mi metto al tavolo a leggere sperare sognare mettersi le mani tra i capelli e non accorgersi che l'acqua bollente è evaporata e rimetterla ancora e non avere voglia di preparare un sugo e c'è da finire il burro e prendere la reflex e fotografare senza aspettative e posarla e fare merenda e contare crediti e aspettare la mattina seguente che sarà come se non arrivasse mai e chiedersi se tutto ha un senso o se è tutto solo una grande presa per il culo e non sapere che fare, come fare e disegnare una me che è triste e strappare il foglio e pensare che io vorrei lavorare per fare quello che mi piace e poi anche per scherzo immaginarsi a bere Martini con quelle sette persone importanti durante il vernissage, il tuo chil'avrebbemaidetto, e la folla che riempie le piazze è quella che crei tu con le cose hai dentro, con quelle sette persone che sono sempre le stesse e sempre di meno di anno in anno e concorsi e speranze e nessuna proposta e fino a qualche anno fa il mondo era tutto tuo, ogni centimetro potevi possederlo se solo avessi voluto e invece ora è diventato come il cesso di un pub, sporco e sempre occupato da chi nemmeno centra la tazza eccheccazzo andargli incontro comunque e lui continua a girare senza di te e ti sembra di non riuscire a salirci e aspettare la sera e poi la notte e il latte caldo con due zollette di zucchero e non avere il coraggio e logorarsi e vedere i Griffin e cercare di piangere prima che il palloncino di lacrime, acqua e sale, mare, scoppi da solo e non riuscirci e andare a letto e dire poi basta. Dire basta.

1 commento:

Giuseppe Di Bernardo ha detto...

Passerà, cucciolo. Passerà <3