Fino a qualche anno fa i treni erano diversi. A me piaceva viaggiare nei treni di seconda classe, perché qui si leggevano i libri mentre nella prima si accendevano i pc.
Adesso invece è uguale ovunque. Non si parla col vicino, nemmeno si chiede se il treno viaggia in orario. Lo si chiede al proprio smartphone, si aggiorna Facebbok inventandosi una vita che non si ha, inventandosi una compagnia che non esiste, curando farmville come la nostra solitudine.
Adesso ci si regala app per gli iphone o buoni sconti per gli e-book. E si perde la magia nel consegnare un libro a qualcuno, nel prestarlo, nel regalarlo. Il tuo libro preferito. Quel libro è diventato il tuo preferito perché c'era qualcosa di te tra quelle pagine di inchiostro e cellulosa, perché l'hai letto e ti sei detto "questo sono io", perché ti sei fermato e hai dovuto distogliere lo sguardo perché leggerti lì, all'improvviso e senza preavviso, ti ha fatto andare in apnea, perché trovarti al posto di qualcun altro ti ha fatto scoprire di essere più te stesso. Nel donare il tuo libro preferito a qualcuno c'è qualcosa di estremamente intimo. Regali una parte di te, regali una caratteristica che non sapevi ma che hai e la consegni in mano di altri. E ti troveranno e ti leggeranno. Ecco perché si legge da soli. Perché è una preghiera con te stesso in una chiesa di parole e polvere. Ci si dovrebbe proteggere sempre dai libri. Come da certi sguardi, da certe frasi, come da certe persone.
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